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La frisa salentina: tutto il sapore della tradizione salentina

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La frisa salentina: tutto il sapore della tradizione salentina

Un piatto tradizionale del Salento, che è tra i più antichi, è la frisa salentina, semplice e gustosa ciambella biscottata che viene prodotta sia col grano duro che con l’orzo. Oppure questa si ottiene anche mescolando insieme questi due tipi di cereali, attraverso una doppia cottura che viene realizzata in forno. Scopriamo qualche curiosità in più su questo eccellente alimento.

Caratteristiche e lavorazione della frisa

La frisa è un tipo di pane biscottato dalla classica forma a tarallo. Una leggenda narra che Enea sbarcò sul litorale del nostro paese, portandosi dietro le frise come importante cibo di sostentamento. Per ottenerne l’impasto si mischiano acqua, lievito, sale e farina e si procede lavorando questo impasto completamente a mano, formando dei piccoli pezzi di pasta lunghi all’incirca 15 cm e spessi 3 cm.

Dopodiché, con un gesto particolare, vanno premute le quattro punte delle dita di ambedue le mani (tranne i pollici) lungo la parte centrale di ogni rotolino tagliato, riducendo in questo modo lo spessore centrale. Questo importante passaggio serve a rendere più facile la successiva spaccatura del rotolino.

Il passaggio successivo consiste nell’unire le due estremità, in modo da ottenere tante piccole ciambelle con il tipico foro al centro e lasciarle lievitare. Dopo averle fatte cuocere in forno, ogni ciambella viene tagliata a strozzo con l’ausilio dello spago e da questa procedura ne risulta il tipico prodotto finale; successivamente vengono rimesse in forno per far loro assumere quell’aspetto biscottato ed eliminare così la restante umidità interna.

Storia e curiosità della frisa salentina

La particolare forma della frisa non è casuale ma è il risultato di esigenze ben precise. Il foro centrale permetteva di infilarle in una cordicella le cui estremità venivano annodate a formare una ghirlanda, facile da trasportare e conservare; le frise, infatti, venivano utilizzate come pane da viaggio.

Questo tipo di pane biscottato poteva essere conservato a lungo in vasi di creta e per questo risultava essere un’alternativa molto valida al pane tradizionale che, invece, deperiva più facilmente. Un tempo la frisa risultava essere un pasto particolarmente consumato dai pescatori, i quali per ammorbidirla la bagnavano direttamente nell’acqua di mare e la adoperavano come base per le zuppe di cozze o le zuppe di pesce, per nutrirsi durante le lunghe e snervanti battute di pesca che duravano svariati giorni.

È un piatto povero della tradizione salentina ma al contempo è molto gustoso e saporito; proprio per questo veniva molto apprezzato anche dai più benestanti i quali, per produrlo, utilizzavano solo farina di grano mentre i ceti più poveri lo producevano con farina di orzo o miscele di farine più povere. Oggi in Puglia vi sono molte sagre che danno la possibilità di gustare ed apprezzare le varie versioni di questo piatto molto rustico ed appetitoso, il quale si può reperire facilmente nelle botteghe di prodotti tipici, negli ipermercati e nei supermercati.

Tuttavia, è consigliabile recarsi in Salento ed acquistarlo nei caratteristici forni a legna disseminati lungo tutto il territorio e che ancora oggi conservano gelosamente la tradizione antica della cottura in forni costruiti in muratura. Cosa molto importante, anzi fondamentale da ricordare, è che questo pasto va consumato rigorosamente con le mani, dunque senza alcuna posata, quindi non abbiate timore di sporcarvi le mani e… godetevi questo piatto che vi regalerà tutto il sapore del Salento!