×

La Grotta dei Cervi a Porto Badisco

Grotta dei cervi
Commenti disabilitati su La Grotta dei Cervi a Porto Badisco

La Grotta dei Cervi a Porto Badisco

A Porto Badisco, vicino Otranto, si trova un sito archeologico davvero unico al mondo che risulta essere in Europa uno dei principali monumenti del neolitico. Questo sito, incastonato nella roccia calcarea di una meravigliosa insenatura di Porto Badisco, costituisce un importante prova dell’evoluzione dell’uomo preistorico che ha lasciato evidenti tracce in questa zona d’Italia. Inoltre, successivamente, l’area è stata anche utilizzato per praticare alcuni riti religiosi.

Questa prende il nome di “Grotta dei Cervi” poiché uno dei più importanti cicli pittorici raffigura una caccia ai cervi ed è caratterizzato da una cavità di origine carsica che ha il suo ingresso sul mare, costituita da tre corridoi ben distinti. La Grotta è uno scrigno che custodisce una meravigliosa ed affascinante rappresentazione attraverso pittogrammi e graffiti, dei nostri antenati, davvero preziosa per il suo valore storico ed archeologico, che documenta la presenza dell’uomo nel Salento già in tempi molto remoti.

Una meraviglia della Preistoria

La Grotta dei Cervi rappresenta un’importante sede di studio dell’arte pittorica poichè vanta la presenza al suo interno di ben 3.000 pittogrammi ed un numero davvero impressionante di graffiti, i quali però sono raggruppati tutti in un’unica stanza.

Ciò significa che, già prima del neolitico, l’uomo aveva l’abitudine di dimorare nelle grotte e di comunicare con gli altri suoi simili tramite l’utilizzo dei graffiti. Successivamente, invece, nel neolitico, egli utilizzava queste grotte per scopi di natura religiosa e sacra; ciò è testimoniato dall’alto numero di pittogrammi i quali, dopo vari studi, risultano legati alla religione e alla magia.

Simbologia dei pittogrammi

La Grotta dei Cervi fu scoperta nel febbraio del 1970 da alcuni speleologi del Gruppo Speleologico Salentino, durante una campagna esplorativa del territorio. Secondo gli studi fatti, i segni tracciati sui muri della grotta risalgono a circa 7 mila anni fà.

Questi segni raffigurano dei simboli che si ritrovano in tutto il mondo antico, come ad esempio la spirale che rappresenta la Dea Madre, simbolo di vita e rigenerazione. I pittogrammi, effettuati con ocra rossa e guano di pipistrello, riproducono varie figure, sia umane che animali, e simboli dalle strane forme (alcuni ancora velati dal mistero) che vengono fatti risalire al periodo neolitico, tra il 4.000 ed il 3.000 A.C.

Esse illustrano vari animali (cervi, cani, cavalli), simboli magici, svariati oggetti, e rappresentano anche uomini intenti nella pratica della caccia. Molte sono le scene che raffigurano la caccia ai cervi, da qui appunto deriva il nome della grotta. Uno dei più noti pittogrammi è quello del Dio che balla detto anche “Divinità danzante“, il quale rappresenta uno stregone sciamano che danza.

Questa figura viene chiamata anche “scimmietta” in quanto si nota una coda che la rende molto somigliante a tale animale; al di sotto di questa figura vi sono poi due linee che s’incrociano quasi come fossero due piccoli serpenti. Tutto l’insieme del pittogramma è penetrato nell’immaginario collettivo al punto tale da divenire un vero e proprio simbolo del Salento e delle sue tradizioni che uniscono indissolubilmente musica e danza.

Il ballo, il mito del serpente, la spirale, sono elementi archetipici di questa parte d’Italia, anche se un’altra teoria ipotizza che questo pittogramma sia una mappa geografica dei dintorni di Porto Badisco. Quale sia la realtà ed il significato di questi disegni resta comunque un mistero; è tutto molto affascinante e denota il fatto che il Salento ha davvero tantissimo da offrire e ancora da scoprire.

 

Fonte Immagine: www.leccenews24.it